Gujarat, India: Info Utili

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Cambio: 1 euro=85 rupie ( gennaio 2014 )

Trasporti: Il Gujarat é uno degli stati indiani meglio organizzati per quanto riguarda il trasporto pubblico, le strade sono in buone condizioni e gli autobus lenti ma affidabili. Se si viaggia all’interno dello Stato raramente bisogna aspettare piú di mezz’ora. Ci sono anche i treni ma considerando la solita rottura di palle della prenotazione se non si vuole andare troppo lontano l’autobus é una soluzione nettamente migliore. I prezzi sono abbastanza in linea con la media indiana, attorno alle 60/80 rupie per un viaggio di 100 km. L’unica vera difficoltá é la lingua: orari, numeri e destinazioni sui bus sono tutti scritti in Gujarati, ma in quasi tutte le stazioni c’é un tizio allo sportello informazioni che parla inglese e che ti puó indicare il bus giusto. Anche nelle cittá, compresa Ahmedabad, si possono usare gli autobus locali cittadini, non c’é il solito delirio incasinato che in genere ti fa desistere anche solo dal provarci di altre cittá indiane. Per vedere qualche villaggio tradizionale del Kutch si possono affittare dei tuc tuc per 500/1000 rupie al giorno, mentre i taxi partono dalle 2000 ( ma credo ci sia ampio margine di trattativa ).

Alloggio: Questa é un po’ la nota dolente del Gujarat, perché molti hotel si rifiutano di prendere stranieri e quindi alla fine la scelta per i budget travellers si restringe a quei 2/3 hotel segnalati da blog e guide, che ovviamente sono in genere piú cari di altri hotel simili in altre zone piú battute. Stiamo sempre parlando di cifre basse in un contesto generale ma difficilmente si troveranno stanze a meno di 350/400 rupie, un prezzo abbastanza alto per una singola in India. Il problema é che quelli che si rifiutano di prenderti sono proprio le classiche stamberghe economiche vicino alle stazioni che in genere sono la sistemazione ideale per chi vuole spendere poco e non vuole fermarsi a lungo. La scelta ristretta spesso ti costringe a perdere parecchio tempo in giro in cerca di un hotel, soprattutto nei weekend quando molti sono al completo. E una volta trovata la stanza le perdite di tempo non sono finite: il check in da queste parti é come una schedatura della polizia. Spesso devi compilare tre moduli diversi, fare le solite fotocopie del passaporto e alcuni ti fanno anche una foto col cellulare. In un hotel mi hanno anche preso le impronte digitali. Dopo un lungo viaggio la voglia di mandarli affanculo dopo il primo modulo é tanta.

Ristoranti: Anche i ristoranti sono un po’ piú cari della media indiana e, salvo qualche eccezione, per un buon thali bisogna spendere almeno 100 rupie. Tra l’altro contrariamente ad altre zone dell’India c’é molta differenza di qualita’ tra i ristoranti, quindi conviene spendere quelle 30/50 rupie in piú. I Gujarati mangiano molti chapati e poco riso, quindi un thali economico spesso non é altro che un chapati-dal con un vegetable curry. Nelle grandi cittá si trova un po’ di tutto, cibo del sud, cinese e anche discrete pizze economiche e patatine fritte. Anche il chai spesso costa di piú ( alla stazione di Bhuj mi hanno chiesto addirittura 14 rupie, contro le solite 5/6 ) e si beve nel piattino-sottobicchiere.

Alcool: Il Gujarat é lo stato di Gandhi ed é rimasto uno dei piú conservatori, in quasi tutti i ristoranti servono solo cibo vegetariano e l’alcool é vietato. Credo si possa trovare qualcosa sottobanco e negli hotel a 5 stelle ma probabilmente i prezzi sono altissimi. Se proprio si vuole bere é meglio portarsi un paio di bocce di whisky da qualche altro stato. Il paradosso é che a Daman e a Diu, che sono amministrate da Delhi ma tecnicamente all’interno dello Stato, si trova di tutto a prezzi bassissimi ( anche se la polizia ti controlla in uscita, ma credo valga solo per i locali, a me non mi hanno nemmeno considerato ).

Parchi: Nel Gujarat ci sono 4 parchi nazionali e molti santuari naturalistici, ma i due più interessanti e facilmente accessibili sono il Gir NP nel distretto di Junagadh ( unico parco dove si possono vedere i leoni Asiatici in habitat, salvati in extremis dall’estinzione ) e il Wild Ass Sanctuary nel Little Rann of Kutch ( dove si possono vedere gli endemici asini selvatici ). Sono molto cari per gli standard indiani, per il Gir NP tra una cosa e l’altra ti chiedono sui 40/50 euro, mentre per il Wild Ass sui 30 per un tour di poche ore. Quindi un po’ perché ero al risparmio e un po’ per pigrizia non ci sono andato, anche se quello dei leoni asiatici l’avrei visto volentieri.

Internet: Non molto diffuso e spesso c’é da sbattersi per trovare un internet cafe. Le connessioni sono in genere accettabili. Ovviamente anche lí c’é la solita pantomima di moduli da compilare, fotocopie e foto col cellulare. Il wi-fi l’ho trovato solo in un hotel economico a Dhrangadra, quando ho visto il router quasi non ci credevo….

Acquisti: Nella maggior parte dello Stato non c’é molto, al di lá delle solite cianfrusaglie in vendita vicino ai templi, ma nel Kutch si trovano molti oggetti e tessuti di artigianato tribale, che si possono acquistare nei villaggi a cifre molto inferiori rispetto a quelle dei mercati delle cittá turistiche. C’é un po’ di tutto, vestiti, borse, coperte, vasellame, oggettistica varia, dipinti e miniature, laquerware, scarpe di pelle di cammello.

Clima: il clima é abbastanza vario ma segue piú o meno le tipiche stagioni del Nord dell’India. L’inverno tra ottobre e marzo é la stagione migliore ed é piú mite di quella di altre zone del Nord, soprattutto sulla costa meridionale, anche se nelle zone desertiche puó fare molto freddo al mattino. L’estate tra aprile e giugno-luglio é torrida, con temperature che vanno ben oltre i 40 gradi. La stagione delle piogge tra luglio e settembre non ha ovunque la stessa intensitá, ci puó essere anche molta differenza tra il sud e il Nord.

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