Angkor, impressioni e consigli

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Angkor…  ma è davvero il complesso monumentale più bello, famoso, fotogenico, affascinante, grandioso del mondo? Al netto dei gusti personali, probabilmente sì. Ogni volta che visito questi famosi siti mi armo sempre di una buona dose di scetticismo: il fatto che siano strafamosi e frequentatissimi non vuol sempre dire che siano posti così belli o eccezionali come dicono. In questo caso però è tutto vero, non c’è solo un buon marketing dietro. Ciò che secondo me lo distingue da altri siti simili non è solo la grandezza o l’architettura, ma il fatto che sia stato abbandonato e inghiottito dalla giungla per secoli, rendendolo qualcosa di davvero unico. Certo, il confronto con altre “meraviglie” del mondo è sempre difficile, se non impossibile: le Piramidi e la Sfinge, il Taj Mahal o la Basilica di San Pietro ti affascinano per motivi diversi, ma Angkor forse potrebbe avere veramente qualcosa in più.

Tra i vari templi per me il più bello e affascinante è senza dubbio il Bayon, quello con i celebri 216 volti giganti del Bodhisattva Avalokiteswara. Ci sono stato varie volte, al tramonto è uno spettacolo, quasi commovente. Anche il Ta Phrom, quello forse più famoso perché legato al Tomb Raider di Angelina Jolie, è veramente spettacolare, anche perché è stato lasciato in gran parte così come fu trovato. Va visto senza dubbio la mattina molto presto o al tramonto, se ci sono troppi turisti si perde tutta la magia e non si può girare tra i templi in rovina con la necessaria tranquillità. Angkor Wat è il più impressionante perché è veramente un’opera ingegneristica fantastica ( il primo impatto quando si entra all’interno delle mura è veramente mozzafiato ), ma nel complesso l’ho trovato meno affascinante e coinvolgente degli altri. Anche i famosi bassorilievi non li ho trovati così straordinari, ma forse è perché ce ne sono talmente tanti che è difficile apprezzarli in una visita di poche ore. Tra quelli minori è molto bello Banteay Kdei, un antico complesso monastico non restaurato, vagamente simile al Ta Phrom ma molto meno visitato e ancora usato come luogo di culto dai cambogiani. Poi il Ta Som ( dove si può fare una delle foto più classiche ), il Pre Rup ( soprattutto per la vista ) e il Preah Khan, molto grande e anch’esso lasciato quasi completamente non restaurato come il Ta Phrom. E’ forse quello più bello da esplorare con calma se si cerca un’esperienza alla “Indiana Jones”.

angkor

angkor wat

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ta phrom

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ta som

Malgrado sia una delle attrazioni turistiche più frequentate dell’Asia ( anche se in realtà molto meno di posti tipo la Grande Muraglia o il Taj Mahal ), con un po’ di intelligenza e buona pianificazione dell’itinerario è più che possibile visitarlo senza passare la maggior parte del tempo in mezzo a grupponi di rumorosi turisti. Il parco è enorme, ma i siti che tutti vogliono vedere e fotografare sono praticamente solo tre: Angkor Wat, Bayon e Ta Phrom. Quasi tutti poi fanno più o meno gli stessi due itinerari ( big e small loop ), quindi farne uno un po’ “alternativo” consente di godersi la maggior parte dei templi in tranquillità.

Come sempre alzarsi molto presto al mattino e andare via tardi la sera consente di avere la possibilità di vedere molti templi quasi in solitudine. Quelli che poi si alzano all’alba vanno tutti a vederla all’Angkor Wat, quindi se si va invece al Bayon o al Ta Phrom non si troverà quasi nessuno. Anche le prime ore del pomeriggio, quando i turisti si fermano per la sosta pranzo, possono essere buone per alcuni siti ( anche se fa ovviamente molto caldo e la luce non è buona per le foto ).

Malgrado la visita di un giorno sia fattibile, non è certo consigliabile. Hai fatto un viaggio di migliaia di chilometri per vedere il sito Unesco forse più famoso del mondo: che senso ha visitarlo in gran fretta, senza poter gustare i dettagli, sempre in mezzo a folle di turisti? Non stiamo parlando di Pompei, delle Piramidi o di Machu Picchu, dove si può andare, fermarsi qualche ora, fare le foto classiche e tornarsene tranquilli in hotel. In un giorno si riesce a malapena a vedere i templi principali: il solo Angkor Wat, il monumento religioso più grande del mondo, occupa un’area di circa 162 ettari e ci vogliono parecchie ore solo per una visita superficiale. E anche volendo fare il tour de force dall’alba al tramonto molto probabilmente già nel primo pomeriggio i templi cominceranno a sembrarti tutti più o meno uguali e la stanchezza ti impedirà di goderti le ore serali che forse sono quelle migliori.  Tre giorni mi sembrano veramente il minimo: nei primi due giorni vedi un po’ tutti i siti con calma e il terzo puoi usarlo per rivedere ciò che ti è piaciuto di più.

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terrazza degli elefanti

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banteay kdey

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angkor thom

Se si ha una condizione fisica accettabile secondo me la bici è di gran lunga il mezzo migliore per visitare questi templi: hai la massima libertà, puoi goderti anche i tratti tra un tempio e l’altro e non devi stare a discutere l’itinerario con nessuno. E costa molto meno di un tuk tuk, cosa non trascurabile se si è da soli e se si viaggia a basso budget, visto che anche i biglietti d’ingresso non sono certo economici. Non bisogna risparmiare sulla bici però: alcuni hotel la danno anche gratis o chiedono cifre irrisorie, ma sono le classiche bici da donna col cestino davanti, e non vanno bene. Serve una buona MTB in perfette condizioni, con gomme nuove e cambio funzionante, si trovano facilmente in centro a Siem Reap. Sì, può fare molto caldo e bisogna saper dosare le energie ( perché poi bisogna anche fare molti chilometri a piedi all’interno dei templi ), ma sul serio non serve essere degli atleti da triathlon. Al limite poi se ci si stanca troppo si può sempre vedere alcune cose in bici e altre col tuk tuk.

Per quanto riguarda le guide dipende un po’ dallo stile di viaggio e da quanto si è realmente interessati alla storia e all’architettura dei Khmer. Per me non servono, si può trovare in rete o su qualche libro tutto ciò che possa soddisfare la curiosità di un viaggiatore normale. Ma io faccio poco testo, visto che per me le guide sono inutili in generale, salvo casi eccezionali.

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pre rup

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ta phrom

Se si vuole fare delle buone foto, soprattutto dei siti principali, è fondamentale andarci più volte e saper aspettare il momento giusto. Quando al Ta Phrom o al Bayon iniziano ad arrivare i grupponi di turisti ( e si parla di centinaia di persone ) diventa praticamente impossibile fare delle foto decenti senza gente in posa davanti ai posti più famosi e fotogenici. La regola della “golden hour” all’alba e al tramonto non vale per tutti i templi, in alcuni c’è troppa ombra o una luce strana tra gli alberi, quindi si possono fare ottime foto anche durante il giorno. La foto classica di Angkor Wat è quella all’alba, con il sole che spunta tra le torri, poi però bisogna ritornare nel tardo pomeriggio per trovare una luce buona con il sole alle spalle. Tornare più volte negli stessi templi consente anche di osservare i dettagli con più calma e di fare qualche scatto “originale” oltre a quelli classici. Anche tra un tempio e l’altro ci sono varie opportunità di fare foto stupende, bisogna stare sempre attenti e pronti a coglierle.

Anche se molti imbecilli sembrano non riuscire a comprenderlo, andare a visitare questi templi vestiti da spiaggia è una grave offesa alla cultura e alla popolazione locale. Ok, fa caldo, ma bastano un paio di pantaloni lunghi leggeri e una maglietta, non serve mettersi il burqa.

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